Chimica, prove generali di nuova emergenza Nei prossimi giorni una serie di incontri prima del 17 gennaio quando si riunirà a Roma la Commissione Via per le autorizzazioni Il rientro dalle ferie natalizie, per chi le ha fatte, è avvenuto nella stessa nebbia prenatalizia. Parliamo della chimica e dei guai che sta vivendo a Porto Marghera. L'unica novità, peraltro già preannunciata lo scorso dicembre, è data dal tentativo di trasformare la vicenda veneziana in una vertenza nazionale: per i sindacalisti locali il vero problema è che l'Italia sta rinunciando alle produzioni chimiche, al contrario di quel che sta avvenendo nel resto dei paesi europei. Se si aggiunge a tale constatazione il fatto che quasi tutti gli impianti italiani sono nelle condizioni di quelli veneziani, nel senso che ci sono ben 180 autorizzazioni ferme al ministero dell'Ambiente, e non solo quella per il potenziamento delle produzioni di cvm e pvc di Ineos a Marghera, si ottiene che bisogna unire le forze. I sindacati stanno perciò pensando ad uno sciopero nazionale, e anche di questo discuteranno venerdì 11 gennaio a Ferrara, dove si riunirà il coordinamento nazionale dei petrolchimici padani (Venezia, Ravenna, Ferrara e Mantova). Anche su questo versante, però, ci sono problemi, perché non c'è ancora unità d'intenti tra Cgil, Cisl e Uil dei chimici veneziani, la Cisl sarebbe propensa alla proclamazione dello sciopero nazionale, Cgil e Uil invece vorrebbero gestire la cosa più a livello locale. Tenteranno di prendere una qualche decisione prima del 17 gennaio, il giorno in cui a Roma si riunirà la Commissione nazionale Via in seduta plenaria per decidere sull'autorizzazione attesa da Ineos, autorizzazione ritenuta indispensabile per l'intero futuro della chimica a Marghera. Oggi, intanto, i sindacati si incontrano con i vertici di Solvay Fluor, l'azienda che prima di Natale ha annunciato al ministero per lo Sviluppo economico la decisione di chiudere metà fabbrica, per problemi di mercato mondiale. In quell'occasione aveva assicurato di voler tenere aperto e sviluppare l'impianto per l'acido fluoridrico (materia di base per molte plastiche): dei 156 lavoratori ne serviranno 58. Del destino degli altri 98 si comincerà a discutere oggi, tentando di trovare un modo per ricollocare quelli che non hanno alternative occupazionali e per i quali, una volta finiti il periodo di cassa integrazione e di mobilità, si ritroveranno senza lavoro. Altro appuntamento è per domani a Roma, dove i responsabili della Fulc nazionale (Federazione unitaria lavoratori chimici) si incontreranno col ministro dell'Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio. Lunedì prossimo, 14 gennaio, i sindacati veneziani si incontreranno con i responsabili di Spm (Servizi Porto Marghera), la società che si occupa dei servizi di manutenzione delle aree del Petrolchimico (tubazioni, strade, portinerie, sicurezza, pompieri) e che è in crisi visto che ci sono sempre meno aziende da servire. I sindacati chiedono che la gestione torni in capo all'Eni. Ma l'Eni è un altro fattore d'incertezza, e la Femca-Cisl veneziana lo ribadisce in un nuovo comunicato citando le trattative che sarebbero in atto la multinazionale Basel e l'Eni per l'acquisto di alcuni Cracking in Italia, compreso quello di Porto Marghera: «Le aziende barano, come Montefibre che ha annunciato a Roma un nuovo piano industriale, ma non l'ha ancora tirato fuori. Da una parte, insomma, si impegnano, di fronte ad un governo compiacente, a dar seguito agli investimenti sottoscritti con l'accordo del 14 dicembre del 2006, dall'altra allungano continuamente i tempi per l'attuazione di tali impegni o peggio ancora, come sta facendo Eni, attuando il gioco delle tre carte. L'Eni sta cercando qualsiasi scappatoia per uscire dalla chimica italiana. Noi ci opporremmo ad una vendita del Cracking e lo faremo con tutti gli strumenti che abbiamo a disposizione compresa la possibilità di sostenere, al coordinamento dei Petrolchimici dell'area Padana, la necessità di arrivare in tempi rapidi allo sciopero generale della Chimica Italiana». Elisio Trevisan |
mercoledì 9 gennaio 2008
IL GAZZETTINO DI VENEZIA
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